Il Bilancio sociale 2020 è il primo presentato dalla Cooperativa Sociale Eureka I Onlus. Per la prima volta abbiamo assunto il compito di rendicontare l’impatto sociale e ambientale, oltre che economico, delle nostre attività sui destinatari degli interventi della nostra Cooperativa.
Questo primo Bilancio sociale nasce in un anno davvero speciale. Un anno speciale per l’evoluzione e i cambiamenti che il “sociale” sta vivendo a seguito della riforma del Terzo settore. Ma il 2020 è stato un anno eccezionale soprattutto per l’emergenza sanitaria che ha stravolto tutti gli aspetti della vita degli umani in ogni parte del mondo.
La pandemia ha toccato profondamente tutti gli ambiti delle nostre attività e ha richiesto una grande capacità di adeguamento e risposta all’emergenza sanitaria e al convulso susseguirsi di norme e provvedimenti sulla cui importanza non abbiamo mai avuto riserve, ma con la cui difficile attuazione abbiamo dovuto confrontarci e scontrarci.
Nel primo periodo della pandemia l’emergenza è stata legata soprattutto alla difficoltà (e ai costi) di approvvigionamento dei DPI: le nostre attività maggioritarie prevedono forme di assistenza di base a soggetti fragili e la nostra priorità assoluta è stata sempre quella di garantire gli interventi nelle massime condizioni possibili di sicurezza, sia per gli utenti dei servizi
che per i nostri operatori.
L’emergenza sanitaria ha avuto ripercussioni occupazionali, soprattutto sugli addetti ai servizi scolastici a seguito della chiusura delle scuole. È stato perciò necessario ricorrere al Fondo di Integrazione salariale (FIS), strumento di sostegno al reddito che la Cooperativa è sempre riuscita a liquidare anticipatamente ai lavoratori inoccupati.
Il lockdown ci ha portato a inventare nuove forme di assistenza e supporto in modalità del tutto estranee al nostro metodo di intervento che pone al primo posto la relazione umana in tutta la sua completezza e complessità.
La riapertura delle scuole, e il successivo pesante aumento dei contagi, ha determinato un carico organizzativo straordinario per coordinare i servizi, quando ogni giorno bisognava affrontare quarantene e isolamenti precauzionali di studenti, operatori e insegnanti.
Il già complesso coordinamento dei diversi servizi ha subito un ulteriore aggravio a seguito dell’obbligo di tampone quindicinale previsto dalla Regione Lazio per gli operatori socio-assistenziali dei servizi domiciliari.
Abbiamo rinunciato ai numerosi incontri e riunioni che caratterizzavano la nostra attività quotidiana, per ritrovarci davanti a monitor e connessioni spesso vacillanti.
Abbiamo dovuto accelerare il processo di digitalizzazione già in corso, ma che nella nuova contingenza è diventato imprescindibile.
Nel momento in cui scriviamo, augurandoci che la situazione sanitaria possa migliorare in tempi brevi, siamo soddisfatti e ringraziamo l’intera
compagine sociale per come ha saputo adeguarsi alla situazione emergenziale, affrontando con risolutezza problematiche inedite.
Nostro proposito è quello di mettere a frutto l’esperienza per migliorare ancora in futuro, nella speranza che di quest’anno difficile rimanga solo la nuova forza e consapevolezza acquisite.